Recentemente sono stata ospite nel podcast di Vivere con lentezza per parlare di malattia, lentezza e cultura, dove ho avuto il piacere di fare riferimento al libro di Rosanna Benzi, Il vizio di vivere, pagine di straordinaria bellezza e delicatezza dove il tema della malattia si accompagna al vizio di vivere e all’impegno sociale.
ROSANNA BENZI
Si attendevano il ritratto della sofferenza, sprofondato in un pozzo di solitudine e di pessimismo disperato. Erano pronti a scrivere parole cariche di rancore contro il destino, o di pura rassegnazione […] Si trovarono una ragazza che scherzava, che rideva con loro. Parve strano che non amassi piangere ed essere triste, possibilmente. Parve straordinario che avessi dei progetti di vita, delle idee, dei propositi.
IL VIZIO DI VIVERE, Rosanna Benzi, pag. 55
Nata a Morbello nel 1941, Rosanna ha condotto una vita piuttosto tranquilla e simile a quella di tante altre ragazze, almeno fino all’età quattordici anni quando viene colpita dalla poliomielite. Ricoverata d’urgenza a Genova in seguito all’aggravarsi dei primi sintomi, viene messa subito all’interno di un polmone d’acciaio, un macchinario salvavita per i malati di poliomielite che aveva la funzione di fornire ossigeno. Dentro quello “scaldabagno”, come lei lo definiva, ha trascorso 29 anni, uscendo solo poche volte grazie all’ausilio di un polmone artificale più piccolo.
Considerate le premesse, si potrebbe pensare che Rosanna possa aver vissuto in modo piuttosto triste, in preda alla rabbia e al tormento; tuttavia, la sua vita è stata davvero unica ed esemplare perchè Rosanna, da quella stanzetta di ospedale e dalla sua visione capovolta del mondo, si è battuta con coraggio per i diritti delle persone con disabilità, dando voce a chi viveva in condizioni avverse e trattando tematiche considerate fino a quel momento dei tabù.
IL VIZIO DI VIVERE
Sono convinta di aver vissuto anni che valeva la pena di vivere e che non sostituirei con altri.
Rosanna Benzi

Il vizio di vivere, scritto nel 1984 insieme al giornalista Saverio Paffumi, è il racconto autobiografico di Rosanna Benzi. Suddiviso in quindici brevi capitoli, attraverso questo libro Rosanna dà voce ai propri sentimenti e pensieri ripercorrendo le tappe principali della sua vita, dalla sua infanzia a Morbello fino al suo essere diventata adulta all’interno di quel macchinario, che suo malagrado la rese una celebrità.
Sono pagine di straordinaria bellezza quelle in cui Rosanna si racconta con ironia e umorismo, senza risparmiarsi e senza mai cadere nell’autocommiserazione. All’interno del tubo d’acciaio non ha mai smesso di studiare, di essere una persona curiosa e attenta verso il mondo e verso il prossimo, accogliendo nella sua bolla numerose persone di diverso calibro. La stanza in cui era confinata, con quel macchinario ingombrante che le fasciava il corpo, ad eccezione del capo, non le hanno impedito di valicare con la mente i propri confini.
LA RIVISTA «GLI ALTRI»
Io ci provo, a fare la rivista, pensai. […] La chiameremo «Gli altri». Chi sono gli altri? Pensammo di dare una voce a chi non l’aveva mai avuta.
IL VIZIO DI VIVERE

Nel 1976, Rosanna Benzi fonda la rivista Gli altri, periodico di tutti gli emarginati, in cui venivano affrontati temi allora ritenuti tabù come la sessualità e la maternità legate alla disabilità.
Ho parlato a lungo del sesso […] ma le battaglie che la rivista nel suo piccolo ha condotto non si limitano di certo al sesso. Cerchiamo anche di non parlare solo di handicap: trattiamo argomenti di politica generale e internazionale e abbiamo la pretesa di spaziare su tutto, di far sentire la nostra voce su ogni cosa ci interessi.
IL VIZIO DI VIVERE
La rivista, che puntava ad avere la totale libertà di espressione, rifiutò qualsiasi tipo di finanziamento o pubblicità. Furono accolti diversi interventi scritti da diverse personalità, portate avanti campagne di sensibilizzazione come l’inserimento nel mondo del lavoro per i portatori di handicap psichici, l’abbattimento dell’Iva sugli ausili ortopedici e la questione delle barriere architettoniche, denunciò i maltrattamenti che subivano nelle strutture i pazienti psichiatrici.
Nel 1988 il regista Dino Risi, ispirandosi liberamente alla vita di Rosanna Benzi, realizza il film Il vizio di vivere
Per invitare alla lettura di questo libro non trovo parole più sentite di quelle che Primo Levi scrisse a Rosanna:
Cara Rosanna, il tuo libro non solo è molto bello, ma possiede una qualità unica, che non ricordo di aver mai trovato altrove: descrive una condizione umana estrema, eppure non rattrista, anzi fortifica. Questo è un rifllesso ed un effetto della tua forza, che per mille vie impercettibili si comunica al lettore. Penso che dovrebbe essere letto da molti, in ispecie da quei giovani a cui il destino non ha negati nulla e che tuttavia si rifugiano nell’inerzia e nel lamento esistenziale: insomma, è un libro terapeutico ma privo di pesantezza dottrinale, anzi, agile, svelto e (incredibilmente) allegro …
Molto bello, c’è davvero bisogno di risalire al significato della vita. Ciao e a presto. Elena.
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Grazie di cuore Elena per il tuo commento. Credo che oggi più che mai ci sia bisogno di riscoprire il significato della vita, partendo da chi ha dedicato la propria per diffondere messaggi positivi nonostante le difficoltà e una vita ingiusta come quella di Rosanna Benzi. Un abbraccio 🙂
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Sono in perfetta sintonia con te. Un abbraccio anche a te e a prestissimo!
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